La dinamica del perdono

Pubblicato il 10/08/2021

di Sonia Carella 

Il perdono è l'opposto del senso di colpa, anche se in molti casi pensiamo che si perdoni la “colpa” di qualcun altro.

  Questo perché ci sentiamo in colpa anche quando sembra che la parte lesa siamo noi, in quanto la nostra coscienza profonda è consapevole della co-partecipazione all'evento. 

Ci sentiamo in colpa perché abbiamo permesso che quell'esperienza entrasse nella nostra vita.

 Per tale motivo siamo arrabbiati tanto con l'altra persona quanto lo siamo con noi stessi: ma in verità proiettiamo la rabbia che proviamo verso noi stessi su un'altra persona coinvolta.Il senso di colpa è sempre in “ottima” compagnia di giudizi espressi con severità tale, da divenire convinzioni personali che condizioneranno la nostra vita.

Il perdono è la via per la libertà dal risentimento, ma per essere liberi da emozioni che ci bloccano in un tempo ormai passato e quindi inesistente, è necessario passare attraverso l'accettazione. 

 Accettazione e perdono sono dinamiche che vanno di pari passo ed entrambe prevedono la presa di responsabilità, ovvero da consapevolezza ci come ci siamo generati quell'esperienza.

 Non possiamo perdonare qualcuno se prima non perdoniamo noi stessi; in verità è una conseguenza.

Questo è un processo in cui la mente ci può ingannare: anche se la logica ci sembra venire in aiuto, spesso può ostacolarci attraverso le informazioni acquisite nel percorso di vita. 

 Dobbiamo ricorrere dunque anche alla nostra intelligenza emotiva e creativa, accentando l'idea che l'essere umano è causativo, ovvero: ha la capacità di generare gli eventi, gli incontri e le condizioni della propia vita (questo è un tema molto diffuso e chiacchierato anche grazie alla divulgazione della cosiddetta “legge di attrazione”)

Non possiamo perdonare qualcuno se prima non perdoniamo noi stessi; in verità è una conseguenza.

Ovviamente le nostre scelte e decisioni avvengono con processi per lo più inconsapevoli, diversamente non incontreremo alcun “ostacolo” né vivremmo mai esperienze dolorose.

 A tal proposito, il perdono è un ottimo strumento di “guarigione” dal dolore perché non lo respinge, ma bensì lo accoglie con accettazione sviscerandone le cause per poi lasciarle andare.
Per fare un esempio: è come se lo scopo di quell'esperienza avesse in sé un messaggio di crescita.

 Se respinto, questo continuerebbe a bussare alla porta sempre più forte affinché tu possa accorgerti di lui e farne buon uso.

 Nel frattempo però, facendo resistenza sprecherai un sacco di energie, ma attraverso l'accettazione, respirando quell'esperienza, arriverai al perdono e alla liberazione dai giudizi e dalle emozioni che li accompagnano. (La meditazione è un ottimo strumento per tale scopo).

Fare resistenza, aggrappandosi alla rabbia e alla paura, rallenta il processo inevitabile del cambiamento e quindi della crescita.

 Siamo esseri in evoluzione, anche se ognuno con il proprio percorso e con ai piedi le proprie scarpe.

 Se vogliamo viaggiare leggeri lungo il nostro percorso, lasciamoci alle spalle il carico dei vissuti passati attraverso l'accettazione e il perdono.

 Saremo  dunque più vigili e lucidi per godere di ciò che viviamo nel presente.

Sonia Carella

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